giovedì 28 ottobre 2010

Traversata da Anversa degli Abruzzi a Villalago, passando per le Gole del Sagittario, Castrovalva e Frattura Vecchia

Il piccolo borgo di Castrovalva si lega al nome di Maurits Cornelis Escher: nel 1930 l’artista ha realizzato una bellissima litografia che ritrae il paese, probabilmente prendendo il punto di vista dall’ultimo tornante prima dell’accesso al piccolo borgo (sezione di strada successivamente a lui dedicata dalle autorità comunali).Escher è un genio indiscusso, unisce l’arte con la matematica in una danza folle fatta di poliedri e di frattali, con una padronanza razionale che mette i brividi: solo un genio che è anche altrettanto pazzo può avere una visione così lucida dell’impossibile. Lui non solo è stato in grado di vedere oltre ma anche di ribaltare quellavisione iperuranica giocandoci come più gli piaceva. La genialità è fatta sostanzialmente di follia, ingegno e poesia, evidentemente a lui non mancava nulla di tutto questo. Ero già stata a Castrovalva mesi fa (in occasione della festa dei serpari di Cocullo), ma purtroppo allora non mi ero potuta soffermare molto sulterritorio, finalmente adesso potevo riprendere da dove avevo lasciato. Siamo partiti da Anversa degli Abruzzi, precisamente dalla Sorgente del Cavuto, e da lì abbiamo seguito tutto il percorso che attraversava le Gole del Sagittario, attualmente riconosciute come Riserva Naturale del WWF. La Gola del Sagittariomorfologicamente rappresenta una tipica incisione fluviale, caratterizzata per l’appunto dalla morfologia a V, scavata e modellata nel tempo dall’azione erosiva dell’acqua che, osservando la profondità delle gole (100 metri dalla strada) e le dimensioni dei massi e dei ciottoli abbandonati nel letto fluviale,deve aver avuto una grande rigogliosità e potenza di trasporto. La sua posizione (tra la Montagna Grande ad Ovest e il Monte Genzana ad Est) è stata vincolata da quella che può essere considerata una linea di debolezza della struttura marsicana, un fronte compressivo legato a complessi movimenti tettonici, sulquale poi ha agito l’azione erosiva dell’acqua (queste informazioni le ho prese da un cartello del parco). L’acqua scorreva al nostro fianco, insinuandosi tra quello squarcio di montagne riempito da una meravigliosa vegetazione, quasi tutta ingiallita dall’autunno e carica di energia. Che cosa meravigliosa.Di tanto in tanto scorgevamo in alto la famosa strada curvilinea che si addossava alla montagna, con le sue gallerie scavate a vivo nella roccia. Quel tragitto attraverso le Gole purtroppo non è stato molto lungo, terminava al bivio stradale di Castrovalva. Dopo qualche tornante asfaltato (e un paio di cerbiatti) abbiamo ripresoil sentiero (segnato come geologico) per salire su questo meraviglioso borgo. L’odore del timo dominava su tutto, e si diffondeva ad ogni nostro passo. Di nuovo qui, ero davvero felice di riprendere da dove avevo lasciato mesi fa. Da Castrovalva abbiamo seguito tutto il filo di cresta della sua montagna, trarocce brinate e muschio; un tratto faticoso perché fatto controsole, con la luce che ci limitava di molto la visibilità. Però più salivamo e più riuscivamo a scorgere in lontananza la spolverata di neve su Monte Genzana, così delicata da sembrare quasi zucchero a velo. Questa immagine così dolce mi calmavamolto. Decidiamo di svalicare in un punto dove nei pressi della sella c’era una piccola chiesetta di montagna detta dell’Immacolata. Monte Genzana ci guardava dall’alto, mentre dal basso, sotto di noi, il Lago di Scanno brillava, grazie alle molteplici rifrangenze di luce della sua superficie. Raggiunto il piccolissimopaesino di Frattura Vecchia, ormai completamente abbandonato, ci siamo immersi in una realtà di altri tempi, fatta di pietre e piante selvatiche. Quei vicoli erano così silenziosi, chissà quale e quanta storia avranno visto. Mi è piaciuto tantissimo. Il nome così particolare lo prende a memoria di una frana che, nella preistoria,si distaccò da Monte Genzana, sbarrando il Fiume Sagittario e creando così il Lago di Scanno. Ripreso il percorso la nostra tappa conclusiva era la fermata dell’autobus di Villalago: lì sarebbe passato il pulman di linea che da Scanno avrebbe fatto il giro di tutti quei paesini, tra cui anche Anversa degli Abruzzi, doveavevamo lasciato la macchina. (Siamo arrivati giusto in tempo! La corsa successiva ci sarebbe stata dopo circa 4 ore!). Secondo i dati del GPS abbiamo percorso 14,8 km con un dislivello in salita di 1282 m; il tempo in movimento è stato di 4h35’; la quota minima di 514 m e quella massima di 1438 m.

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